Ci risiamo.
L'indagine ESDE 2017 sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa pubblicata dalla Commissione UE non lascia spazio a dubbi: in Italia c'è chi vuole ripartire, ma la situazione resta critica, a cominciare dai giovani.
Infatti, i dati relativi alla fascia di età 15-24 anni non permettono di tirare un sospiro di sollievo, anzi:
- La percentuale di NEET, ovvero ragazzi non coinvolti né in percorsi scolastici, né in programmi di apprendistato e neppure in attività lavorative, passa dal 21,4% del 2015 al 19,9% del 2016 – in lieve calo, quindi, ma comunque allarmante, tanto da detenere il poco invidiabile primato fra i Paesi membri dell'Unione, dove il dato medio si attesta sull'11,5%.
- Anche la disoccupazione giovanile, pur calando dal 40,3% del 2015 al 37,8%, rimane motivo di preoccupazione e sintomo di una stagnazione profonda, seconda solo ai casi greco e spagnolo.
- Inoltre, il 15% dei giovani occupati deve accontentarsi di contratti atipici, ed è quindi più esposto ai rischi della precarietà.
Ma se gli under 25 devono fare i conti con difficoltà di questo tipo, neppure i Millennials più anziani se la passano bene: gli under 30 guadagnano in media meno del 60% di quanto offerto ai colleghi sessantenni, e la loro strada verso l'indipendenza dalla famiglia d'origine si fa più lunga: l'età dell'autonomia si è infatti spostata fra i 31 e i 32 anni, più in là rispetto al passato, e ben oltre la media europea (26 anni).
Il nostro Paese si conferma quindi un ambiente ancora poco favorevole, fra l'altro costretto a far fronte ad un tasso di povertà estrema dell'11,9%, addirittura in aumento rispetto al 2015.
Ma come affrontano la crisi, i giovani?
Spesso, il lavoro autonomo diventa una possibile soluzione – e difatti in Italia la percentuale di lavoratori autonomi arriva al 22,6%, fra le più alte d'Europa.
Un'altra strada è tentare la fortuna con un'idea vincente, mettendo in piedi la propria startup.
E tuttavia, ciò non basta: è necessario che le Istituzioni potenzino la propria azione a favore dei più giovani, a cominciare da due linee d'azione importantissime quali il supporto all'autoimprenditorialità under 35 e soprattutto il sostegno ai progetti di Alternanza scuola-lavoro, per colmare il divario fra i curriculum scolastici e le effettive necessità del Mercato del Lavoro.
La palla, insomma, resta a Montecitorio e Palazzo Chigi.
Affinché i NEET di oggi non diventino i poveri di domani.
Andrea Torti