Accolto poche settimane fa come il salvatore della Patria, Il nuovo premier Monti ha presentato la manovra Salva-Italia, che non sta certo destando entusiasmi.
Come già scritto nel blog, il compito del professore bocconiano è semplicemente quello di mettere a posto i conti, non di rimediare ai danni fatti, nel corso degli anni, da una classe dirigente troppo spesso incompetente, inefficiente e corrotta (cosa impossibile, nel poco tempo messogli a disposizione). Classe dirigente di cui, tra l'altro, lui stesso è diretta emanazione.
Comunque, visto che il blog si occupa di lavoro, facciamo qualche riflessione su ciò che il governo dei tecnici ha pensato per risolvere la drammatica situazione occupazionale. Per la verità non ci metteremo molto, visto che nella manovra, l'unico riferimento al lavoro è contenuto in una piccola norma che prevede, per le aziende, esenzioni fiscali fino a 10.600,00 € per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani (soprattutto donne) al di sotto dei 35 anni di età.
Qualche altra righetta per stabilire altri sgravi per l'utilizzo di contratti di apprendistato (fino al 100% per le imprese che hanno meno di 9 dipendenti) e in più qualche dibattito in aula sulla possibilità di introdurre anche in Italia il reddito minimo. Stop.
Tenendo presente la fase di recessione, le previsioni che entro il 2013 andranno persi 800 mila di posti di lavoro (con la disoccupazione al 9%), la necessità di far ripartire l'economia, la risposta a tutto questo po' po' di lavoro è: che miseria! Un mero palliativo, la solita soluzione tappabuchi all'italiana.
Non c'è necessità di mettere mano alla selva oscura di contratti precari che strozzano e umiliano il mondo del lavoro? Non serve sviluppare, insieme a lavoratori e imprese, dei piani industriali per far ripartire occupazione ed economia? Non è necessario iniziare a metter mano a tutti quei problemi (burocrazia asfissiante, inefficienze, infrastrutture carenti) che impediscono agli investitori stranieri di venire nel nostro Paese? Niente di tutto questo.
In teoria, sulla base di quel che ho scritto all'inizio (e cioè che il suo compito è solo quello di mettere a posto i conti), si potrebbe obiettare che non spetta al professor Monti risolvere questi problemi. Errore: è proprio questo il suo compito, perchè è impossibile rimettere a posto i nostri disastrati conti, se non si rimette in sesto il mondo del lavoro. L
otta agli sprechi e alla corruzione a parte, non ci sarà nessuna possibilità di riduzione del debito pubblico italiano e di riordino dei conti se non si fa ripartire la crescita economica, la cui base fondamentale è proprio la crescita dell'occupazione. Se davvero si vuole salvare l'Italia, questo passaggio è obbligato.
Danilo