L'Istat ha recentemente comunicato i nuovi dati sul mercato del lavoro italiano.
Occupazione in crescita grazie ai contratti a tempo determinato (+385.000 rispetto allo stesso periodo del 2017), aumento della disoccupazione (+0,1% rispetto all'ultimo trimestre) ed un fondamentale calo della inattività, vero spettro dei mercati del lavoro.
A ciò si associa un rallentamento della crescita del PIL, che aumenta dell 0,3% in termini congiunturali e dell' 1,4% su base annua, confermando la crescita delle economie dei Paesi dell'area euro, in aumento del +0,4% rispetto all'ultimo trimestre e del 2,5% rispetto allo stesso trimestre del 2017.
Contemporaneamente si inverte la tendenza attiva fin dal 2010 delle trasformazioni da full-time a part-time, per la maggior parte involontarie.
Per quanto riguarda i giovani, cresce il tasso di occupazione e cala quello di disoccupazione.
Dal lato delle imprese, si confermano in aumento le posizioni lavorative dipendenti nell'industria e nei servizi, associato però ad un calo delle ore lavorate per singolo dipendente su base congiunturale, rimanendo però invariate su base annua. Parallelamente si mostrano in crescita rispetto al trimestre precedenti le retribuzioni, restando però invariate su base annua.
Nel complesso la situazione del mercato del lavoro italiano mostra segnali abbastanza positivi, soprattutto grazie all'aumento della produttività sia su base annua che rispetto all'ultimo trimestre.
Appare quindi spontaneo chiedersi se la direzione che il nuovo dicastero del lavoro pare voler dare, improntato a pure politiche di sussidio, non possa far altro che danneggiare una strada -certamente in salita- che l'economia italiana pare aver finalmente inboccato dopo i duri anni della crisi economica.
Carlotta Piovesan